Officina Mezzogiorno, il contributo del Partenariato nelle Politiche di Sviluppo
Come rendere sempre più consapevoli le collettività coinvolte in Progetti di Sviluppo, come favorire l’evoluzione del partenariato, la partecipazione dei territori nei processi di pianificazione delle opere, come preparare le comunità a gestire, anticipare, governare i cambiamenti economici derivanti dalla realizzazione delle stesse?
Questi i temi discussi nel seminario di Officina Mezzogiorno, introdotto da Maria Ludovica Agrò Direttore Generale dell'Agenzia per la Coesione Territoriale, tenutosi nella sede della Regione Campania a Napoli.
Officina Mezzogiorno da due anni ascolta le Regioni del Sud Italia e le Autorità di Gestione cercando di isolare le criticità e imparare dalle best practice. Un modo per portare all’attenzione dell’Amministrazione Centrale metodi di lavoro vincenti sui quali basare l’attività di Officina Coesione che erediterà il lavoro svolto da Officina Mezzogiorno come annunciato da Livio Barnabò dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.
La fase di switch è vicina e la Regione Campania è fortemente coinvolta nel processo di rigenerazione, non solo del Partenariato, ma di tutta la Politica di Coesione, come sottolineato da Maria Grazia Falciatore, Responsabile della Programmazione Unitaria della Regione Campania.
Innanzitutto la programmazione unitaria, appunto, concepita con una matrice capace di aggregare gli Obiettivi Tematici della Strategia Europa 2020, integrare i vari Fondi e creare, nella sua attuazione, percorsi di crescita complementari.
Il rapporto con le città medie poi, quelle al di sopra dei 40mila abitanti, con le quali la Regione Campania da anni è all’opera per definire, prima in Italia, un modello sostenibile con il quale attuare un decentramento di sussidiarietà e concertazione, capace di far maturare le comunità e porre le basi per realizzare opere fortemente sentite dai territori.
Lo Sviluppo Urbano Sostenibile, ha precisato Giulio Mastracchio (Responsabile Asse X POR Campania FESR 2014-2020), vede la Regione Campania pioniera nel dare ai Comuni una delega piena quale Organismo Intermedio.
L’esperienza della Programmazione 2007-2013 ha visto l’attuazione del P.I.U. (Programma Integrato Urbano) Europa. Una strada che è stata confermata nella nuova programmazione con il PICS (Programma Integrato Città Sostenibile), sebbene con driver di sviluppo diversi.
Un cambio di scenario che rende ancor più importante la concertazione per interpretare le nuove possibilità e le nuove esigenze sulle quali confrontarsi.
Un percorso di partecipazione che i Comuni di Avellino, Cava de’ Tirreni e Acerra, rappresentati al tavolo da Lorena Battista (Servizio Strategico Europa Avellino), Giovanna Minieri (Assessore alla Qualità del Disegno Urbano Cava de’ Tirreni), Raffaele Lettieri (Sindaco di Acerra), hanno rappresentato parlando dello svolgimento dei processi di ascolto per giungere alla redazione del Documento di Orientamento Strategico (DOS). Un documento obbligatorio ma che vede, nella sua definizione, anche l’attuazione di metodologie di concertazione diverse; tra queste: manifestazioni d’interesse, laboratori di progettazione partecipata etc.. Tutti strumenti innovativi che rappresentano proprio le sperimentazioni che Officina Mezzogiorno vuole raccogliere e sistematizzare per creare degli standard positivi replicabili.
Percorsi che vengono affiancati e sostenuti dai Progetti Speciali dalla Strategia di Comunicazione del POR Campania FESR 2014-2020, come rimarcato da Ottavia Delle Cave (Responsabile della Strategia di Comunicazione del POR Campania FESR 2014-202) per favorire la conoscenza e la condivisione delle informazioni, stimolando la partecipazione attiva e il monitoraggio civico delle opere.
Ma se il rapporto Regione Campania, Città medie, Programmi di Sviluppo, sta definendo le sue modalità per divenire un modello replicabile in altre realtà, la best practice del rapporto con il partenariato presentata nella giornata per la Regione Campania è stata la concertazione multifunzionale di Sviluppo applicata all’Alta Capacità ferroviaria Napoli-Bari.
Un’opera infrastrutturale complessa e che all’inizio della sua storia, come ha ricordato Sergio Negro (Autorità Gestione del POR Campania FESR 2014-2020), ha dovuto confrontarsi con le barricate della popolazione del comune di Acerra, ma che alla fine si è conclusa, come raccontato da Salvatore D’Alfonso, Roberto Pagone, Teresa Battista di RFI, introdotti da Costantino Boffa, con 35 Comuni della Campania che hanno deliberato favorevolmente alla costruzione dell’opera.
Un’adesione al progetto che è stata favorita da una lunga interlocuzione con i territori e le parti civili e sociali come rappresentato da Aglaia Murgia (Agenzia per la Coesione Territoriale), Domenico Villacci (Consorzio Ensiel), Giuseppe Marotta (Unisannio), Anna Pezza (Confindustria Benevento), Gennarino Masiello (Pres. Coldiretti Campania) e Pasquale Carofano (Sindaco di Telese Terme).
Testimonianze che hanno rimarcato l’importanza di applicare metodologie di coinvolgimento innovative in grado di attivare le parti economiche e sociali interessate dalle opere infrastrutturali, grandi o piccole che siano, e insieme a esse costruire percorsi per gestire in maniera positiva gli impatti a breve, medio e lungo termine derivanti dalla loro realizzazione.
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