MegaRide, da Napoli alle gare per la startup che simula le prestazioni degli pneumatici
Megaride è un progetto nato come spin off accademico nel 2016 da un gruppo di ricercatori dell’Università Federico II di Napoli, Flavio Farroni, Francesco Timpone e Aleksandr Sakhnevych, colleghi e amici ma soprattutto ricercatori di "meccanica del veicolo" che hanno avuto l’idea di creare una start up che vivesse delle ricerche effettuate.
Incubata in Campania New Steel, MegaRide aiuta le aziende del comparto degli pneumatici nello sviluppo di nuovi prodotti elaborando i dati forniti dai sensori montati sui veicoli sulla base di un complesso sistema di formule matematiche sviluppate dai fondatori e dai loro collaboratori del “giro” dell’ateneo napoletano.
Il software, cofinanziato da Unione Europea, Stato Italiano, Regione Campania, relativo al POR Campania FESR 2014-2020, consente di prevedere, in tempo reale, la temperatura dei vari strati di pneumatici in base alle tecniche di elaborazione dei dati di telemetria. Il modello è in grado di fornire una distribuzione della temperatura locale, con particolare riferimento agli strati profondi solitamente irraggiungibili dagli strumenti di misura.
Una metodica efficace, che ha portato a diversi riconoscimenti. Nei giorni scorsi la startup ha ricevuto la menzione speciale al premio “Eccellenze d’Impresa” assieme a Roboze, che produce stampanti 3d. Il premio è andato a Trust4Value, erogatore di servizi di Big Data Analytics.
Grazie ad un contributo europeo di circa 311.000 euro, si è potuto sviluppare una innovativa piattaforma di mobilità per attività di test e prototipazione.
“In sostanza, simuliamo come si comportano le gomme durante l’utilizzo” ha spiegato Flavio Farroni, Ceo di MegaRide.
Un elemento di fondamentale importanza nelle competizioni motoristiche. E, infatti, tra i nostri clienti e i partner ci sono Ducati Corse, AUDI Sport Formula E e DTM, Pirelli, Prometeon. Interveniamo anche nella preparazione alle gare. Siamo in grado – prosegue Farroni – di integrarci con i simulatori di guida e far sentire al pilota la sensazione dei pneumatici che si scaldano in pista anche quando è chiuso in un abitacolo finto”.
Una opportunità applicabile anche in altri ambiti.
“Se le vetture del futuro andranno in giro con questo tipo di algoritmi a bordo- ha aggiunto Flavio Farroni -potranno avere un monitoraggio continuo e costante delle caratteristiche della strada e quindi comunicare all’Ente che fa manutenzione quando è il momento di fare un interventi oppure comunicare all’utente quando è il momento di cambiare pneumatici, o più in generale mappare il contesto urbano (traffico e sicurezza) al fine di implementare logiche innovative per salvare vite umane in un contesto di mobilità smart, autonoma e interconnessa”.